E’ ufficiale: la plastica sta per imboccare il viale del tramonto. Pare proprio che presto verrà sostituita dalla cosiddette “pellicole di latte”. Sarebbe di certo una tra le più importanti invenzioni, o meglio, scoperte scientifiche del secolo, perché permetterebbe a buona parte del mondo di liberarsi una volta per tutte della dipendenza dalle materie plastiche che, come è noto, derivano dal petrolio.
Plastica, una questione sempre aperta
Sembra che questa scoperta fosse già stata annunciata circa tre anni fa, ma per tutto questo tempo non se ne è più parlato. Oggi la speranza è che tale innovazione possa avere maggior fortuna di allora, perché sicuramente un mondo senza plastica respirerebbe meglio, non dovendo più fare i conti con un materiale non biodegradabile, che è una delle principali fonti di inquinamento.
Va anche detto, ad onor del vero, che se correttamente riciclata, la plastica è anche una risorsa, solo che ciò avviene molto raramente, dal momento che molti paesi ancora non sono adeguatamente attrezzati e non hanno nemmeno la cultura del riciclo.
Life in plastic, it’s (not more) fantastic
Nel 2013 gli scienziati giapponesi della Japan Science and Technology Agency (JST) avevano cominciato ad affrontare la sfida realizzando un materiale composto per il 95% di acqua cui veniva aggiunta una microscopica parte di argilla e altre sostanze organiche naturali. Il materiale che ne derivava era estremamente elastico e trasparente, oltre ad essere decisamente economico.
Oggi gli imballaggi di nuova generazione e decisamente green sono stati messi a punto presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e presentati a Philadelphia, nel congresso della Società Americana di Chimica. Realizzati a partire dalla caseina, una proteina del latte, che li rende 500 volte più isolanti della plastica nei confronti dell’ossigeno contenuto nell’aria, questi nuovi tipi di imballaggio potrebbero davvero mandare in pensione le attuali pellicole.
Conservazione più efficace e sicura
Sulla carta quindi sarebbero più efficienti nella conservazione dei cibi e più sicuri in termini di possibili contaminazioni considerato che questa innovativa pellicola è addirittura commestibile. Peggy Tomasula, che ha condotto lo studio, spiega che “i film a base di proteine sono potenti bloccanti per l’ossigeno e aiutano a prevenire il deterioramento degli alimenti. Utilizzati negli imballaggi, potrebbero impedire sprechi alimentari durante la distribuzione lungo la catena alimentare”.
Che dire, staremo a vedere!
[…] alle stoviglie di plastica usa e getta. L’obiettivo del provvedimento è ovviamente quello di ridurre l’inquinamento da plastica tutelando la natura da questo tipo di rifiuti e promuovendo l’acquisto di oggetti […]