Inquinamento, l’ultima ricerca condotta dall’Oms conferma ciò che già da tempo si sapeva: la Pianura Padana è una delle zone peggiori d’Europa.
Il problema dell’inquinamento atmosferico in Italia è al centro degli studi di settore da almeno vent’anni. Purtroppo anche l’ultima ricerca condotta dall’Organizzazione mondiale della sanità conferma ciò che già da tempo si sapeva: la Pianura Padana è una delle zone più inquinate dell’intero continente europeo.
Inquinamento, la Pianura Padana tra le zone peggiori d’Europa
A causa dello sforamento delle soglie fissate dall’Oms per la quantità di inquinanti nell’aria, in Lombardia ogni anno muoiono 300 persone, l’80% delle quali (circa 230) nella sola Milano. Questo dato considera unicamente gli effetti “immediati” dell’inquinamento, e non prende in considerazione l’impatto maggiore dovuto all’esposizione cronica. Abbiamo l’aria peggiore di tutta l’Europa occidentale, nessun angolo del nostro Paese può vantare zone “verdi”, cioè pulite, come invece hanno Francia, Spagna e soprattutto Gran Bretagna e Paesi scandinavi.
Mediterraneo orientale, Sud-est asiatico e Pacifico Occidentale le aree più preoccupanti
In un’analisi svolta dall’università di Bath, nel Regno Unito, si sono presi in considerazione i dati, rilevati attraverso satelliti e rilevatori di terra, provenienti da 3.000 luoghi, sia urbani che rurali, in tutto il mondo. Mediterraneo orientale, Sud-est asiatico e Pacifico occidentale, secondo l’Oms, sarebbero le aree esposte a livelli di inquinamento “particolarmente alti”. Esclusa la regione delle Americhe, meno del 20% della popolazione del resto del mondo vive in luoghi dove la qualità dell’aria corrisponde alle norme previste dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
Con un po’ di volontà, possiamo cambiare rotta
Da parte sua l’Oms propone delle strategie da mettere in campo per ridurre i livelli di inquinamento troppo alti, puntando sulla sostenibilità ambientale in diversi settori. “Esistono delle soluzioni, in particolare un sistema dei trasporti più sostenibile, la gestione dei rifiuti solidi, l’uso di stufe e combustibili puliti per le famiglie così come le energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni industriali”, ha spiegato Maria Neira, direttrice del dipartimento di Sanità pubblica dell’Oms. Qualunque cosa si dica, parlare non basta più e nemmeno fermare il traffico. È ora di agire davvero.