Dal 2020 addio alle stoviglie di plastica monouso. In Francia è entrata in vigore una legge che impone la sostituzione con prodotti biodegradabili.
La Francia mette al bando le stoviglie di plastica
In base a una legge entrata in vigore il 30 agosto scorso, a partire dal 2020 i francesi dovranno dire addio alle stoviglie di plastica usa e getta. L’obiettivo del provvedimento è ovviamente quello di ridurre l’inquinamento da plastica tutelando la natura da questo tipo di rifiuti e promuovendo l’acquisto di oggetti riutilizzabili. Sono tanti i Paesi che hanno già adottato misure contro i sacchetti di plastica, ma per quanto riguarda le stoviglie usa e getta la Francia è il primo Stato a dichiarargli guerra in difesa dell’ambiente.
L’addio alla plastica e i pareri contrastanti
La novità entusiasma gli ambientalisti e i verdi europei, ma alcuni sostengono che questo divieto avrà un impatto negativo sulle tasche dei consumatori. Pack2Go Europe, associazione che riunisce i produttori di imballaggi alimentari, vorrebbe che l’Unione Europea intervenisse contro la Francia per violazione delle norme sul libero movimento dei beni. Secondo il segretario generale dell’associazione Eamonn Bates non ci sarebbero prove sul minor impatto ambientale delle stoviglie biodegradabili.
L’Unione europea non ha dubbi, la plastica è un problema
Con la Direttiva (UE) 2015/720 del Parlamento e del Consiglio, l’Unione Europea è stata però molto chiara dichiarando che “gli attuali livelli di utilizzo di borse di plastica si traducono in elevati livelli di rifiuti dispersi e in un uso inefficiente delle risorse. Il problema è inoltre destinato ad aggravarsi in assenza di interventi in materia. La dispersione dei rifiuti costituiti da borse di plastica si traduce in inquinamento ambientale e aggrava il diffuso problema dei rifiuti dispersi nei corpi idrici, minacciando gli ecosistemi acquatici di tutto il mondo.”
Buste di plastica, l’Ue fa pace con l’Italia
E in Italia? Lo scorso aprile la Commissione europea ha chiuso la procedura d’infrazione aperta contro il nostro paese a causa dell’obbligo, imposto nel 2011, di usare solo buste biodegradabili. A suo tempo la Commissione aprì la procedura, dopo un lungo scambio di lettere tra Bruxelles e Roma, perché la legge italiana di fatto escludeva i produttori di buste tradizionali dal mercato nazionale. La nuova direttiva Ue che limita l’uso degli shopper non biodegradabili approvata ad aprile 2015 ha cambiato, di fatto, le carte in tavola, così l’Italia si è trovata ad aver anticipato la normativa europea e quindi sono venuti meno i motivi che avevano portato all’apertura della procedura d’infrazione.
[…] Stati e Governi hanno il dovere morale di imporlo senza esitazione. Una legge che seguendo l’esempio di quella francese lo imponga anche in Italia sarà un primo passo e un segnale forte per industria e consumatori. Se […]