Botanica
L’albero delle castagne (Castanea Sativa) appartiene alla famiglia delle Fagacee, ed è una pianta tipica delle zone montane e di collina fino a 1300 m di altitudine. E’ una pianta longeva, raggiunge il suo massimo splendore intorno ai cinquant’anni, mentre i primi frutti si raccolgono intorno ai venticinque anni.
Ci sono diversi esemplari millenari in Italia, il più antico è il “Castagno dei Cento Cavalli”, con un tronco dalla circonferenza di oltre 20 metri. E’ così chiamato perché si narra che durante un temporale la regina Giovanna di Aragona e i suoi cento cavalli e cavalieri, abbiano trovato riparo sotto le sue fronde di notevoli dimensioni.
Il castagno può raggiungere i trentacinque metri di altezza e i due metri di diametro. Ha un legno duro con corteccia grigiastra e liscia che tende a screpolarsi e a diventare bruna con l’età.
Questa pianta è molto antica, risale al Cenozoico ed è diffusa in una vasta area che va dall’Asia minore all’Europa meridionale, all’Algeria. L’Italia conta la maggiore superficie di castagneti in Europa, con circa 800.000 ettari. Le varietà presenti in Italia sono moltissime, circa trecento.
Bisogna distinguere le castagne dai marroni: le castagne sono il frutto del castagno selvaggio (ogni riccio ne contiene di solito tre), mentre i marroni sono il frutto degli alberi coltivati (ogni riccio ne contiene uno solo). Le foglie del Castagno sono caratteristiche, picciolate, lunghe fino a 25 cm, lucenti, a nervature parallele evidenti e margini marcatamente dentati.
I Castagni sono piante monoiche (vale a dire che esistono sulla stessa pianta fiori femminili e fiori maschili distinti fra loro): i fiori maschili sono riuniti in spighe lunghe 10-20 cm poste all’ascella delle foglie mentre quelli femminili sono costituiti da singoli fiori o in gruppi di 2-3 fiori raccolte in un unico involucro posto alla base delle infiorescenze maschili che si trasformano in un riccio spinoso che si apre in 4 valve contenente da 1 a 3 acheni (frutti), quelle che chiamiamo “castagne” e che apprezziamo molto per il loro sapore molto gradevole.
Periodo di raccolta
Le foglie giovani di Castagno vanno raccolte in aprile – maggio. La corteccia dei rami raccolta in autunno ed in primavera. I frutti raccolti in autunno. Sia le foglie che la corteccia possono essere essiccate e conservate in scatole di cartone.
Etimologia
Con la parola Castanea in latino si indicava sia il frutto che l’albero ed è probabile che il nome del genere derivi direttamente da questa parola. Alcuni comunque avanzano l’ipotesi che il nome derivi da quello della città greca di Kastania in Tessaglia, ma è più probabile che sia stata la città a prendere il nome dall’albero che viceversa.
Storia e simbolismi
Le castagne sono un frutto che l’uomo consuma da tempo immemorabile. In Europa ne parlò per primo Senofonte, nel IV secolo a.C. definendo il castagno come albero del pane. Da Marziale sappiamo che nessuna città poteva gareggiare con Napoli nell’arrostire castagne e Virgilio ricorda le castagne cucinate con il latte e mangiate con il formaggio. Plinio il Vecchio le chiamava “le ghiande di Giove”.
Chiusa nel suo riccio, la castagna ha suscitato nella cultura cristiana l’immagine del Gesù tormentato. E’ considerata anche il simbolo della Vergine Immacolata Concezione: la castagna infatti nasce tra le spine senza esserne scalfita, così Maria è immune dal peccato originale nonostante ciò che la circonda. Sempre per il fatto di essere protetta dal riccio, evoca il concetto di purezza, castità, e il nome stesso latino castanea, contiene la radice casta, pura.
Durante i culti della madre Terra, essendo vietato mangiare il pane di cereali, i romani consumavano le castagne con la farina e facevano una sorta di pane. Nel Medioevo le castagne entrarono a far parte dell’alimentazione comune grazie alla contessa Matilde di Canossa, insieme al pane soprattutto in montagna dove l’albero di castagne cresceva più facilmente del grano.
Arrostita, bollita in acqua o latte, seccata, macinata per ottenere la farina, la castagna aveva la stessa valenza del pane e per questo nei paesi dell’ area mediterranea il castagno era chiamato “L’albero del pane” e la raccolta delle castagne era un grande evento. Si può definire la castagna” il cereale che cresce sull’albero”. Inoltre grazie alle varie tecniche di conservazione, la castagna poteva essere mangiata tutto l’anno e permetteva di essere trasportata sulle navi per il commercio, da Fenici, Greci e Romani.
Anche l’impiego in cucina era molto più fantasioso: nel “500 si usava cuocerle in un tegame con olio, sale, pepe e succo d’arancia. Nel diciottesimo secolo in Francia si preparavano dolci a base di castagne: i marrons glacés.
Composizione chimica e potere calorico
La castagna è composta per circa il 50% da acqua, da carboidrati 45%, proteine, grassi, fibre e ceneri. Ha una discreta presenza di minerali tra cui sodio, calcio, fosforo, magnesio, ferro, potassio, zinco, rame e manganese e di vitamine ( B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina), B5, B6, B9 (acido folico), b12, C e D). Rispetto alla frutta fresca, l’apporto calorico delle castagne è molto alto, infatti le calorie rese sono 250; se prendiamo in considerazione invece le castagne bollite le calorie scendono a 130, le caldarroste 190 e quelle secche 290.
Un altro pregio della castagna è legato alla sua struttura particolare: il riccio infatti protegge il frutto dai residui dei trattamenti chimici. Dal momento che hanno un discreto contenuto di tannini è sconsigliabile utilizzare recipienti in ferro per la loro cottura. Sono un alimento molto versatile e possono essere consumate in svariati modi: arrostite sul fuoco, bollite, cotte al forno e secche. Vengono anche utilizzate per la preparazione di dolci, marmellate e confetture. Dalle castagne secche si ricava la farina con cui poi si prepara il tipico dolce, il castagnaccio.
La castagna è molto digeribile ed è consigliata in casi di anemia e inappetenza; grazie all’abbondante presenza di fibre è molto utile per la funzionalità dell’intestino. In virtù della presenza dell’acido folico è anche consigliata in gravidanza. Essendo ricca di minerali è particolarmente indicata per chi soffre di stanchezza cronica, in convalescenza e per bambini e sportivi.
Grazie alla presenza di vitamina B e di fosforo, contribuisce al mantenimento dell’equilibrio nervoso e grazie alla presenza di zuccheri, può costituire un alimento alternativo per i bambini allergici al latte. A causa dell’alto contenuto di amido se le castagne non vengono cotte bene la loro digestione può risultare difficoltosa; in generale il consumo è sconsigliato per chi soffre di colite, aerofagia, diabete, obesità e patologie legate al epatiche.
Proprietà terapeutiche
In fitoterapia si utilizzano diverse parti del castagno: foglie, gemme, corteccia e frutti. Le foglie vengono raccolte nei mesi di aprile e maggio, mentre la corteccia deve essere raccolta o nel periodo autunnale oppure in quello primaverile. L’essiccatura delle foglie, che devono essere rimosse con frequenza, deve avvenire all’ombra, mentre l’essiccatura della corteccia (tagliata in pezzi della lunghezza di circa 5 cm) deve avvenire al sole.
I principi attivi principali contenuti nelle foglie e nella corteccia sono i tannini che conferiscono proprietà antisettiche, antinfiammatorie e calmanti della tosse, sull’apparato respiratorio. La droga ottenuta dalle foglie del castagno viene utilizzata, spesso in associazione ad altri prodotti fitoterapici (drosera, eucalipto, timo ecc.) per contrastare pertosse o forme pertussoidi.
L’infuso ottenuto con le foglie viene consigliato per effettuare gargarismi in caso di processi infiammatori a carico di bocca e gola. Il macerato glicerico ottenuto dalle gemme della pianta, migliora la circolazione venosa. Inizio modulo Per scartare da subito le castagne non buone si possono mette a bagno nell’acqua per circa un’ora, quelle che verranno a galla si possono scartare in quanto sicuramente “fallate”. In tempi passati i nobili erano soliti conservare le castagne dopo averle bollite nel vino bianco. Nei tempi antichi castagne secche macinate, unite a sale e miele, venivano utilizzate contro i morsi di cani o in caso di avvelenamento.
Le foglie, opportunamente seccate erano talvolta usate come surrogato del tabacco da fumo. Con l’estratto acquoso dei ricci, nell’economia domestica, si tingevano e conciavano tessuti e cordami. I ricci, ricchissimi di sostanze tanniche, e quindi poco degradabili, venivano bruciati e le ceneri sparse come fertilizzante nel castagneto; I polloni più teneri che crescevano alla base della pianta erano un buon foraggio per le capre. Il legno del castagno, compatto ed elastico, è usato nella costruzione di botti e pali, tini, traversine per ferrovie e pali telegrafici.
Uso cosmetico e magico
L’acqua di cottura delle castagne può essere utilizzata dopo lo shampoo per effettuare il risciacquo finale allo scopo di esaltare i riflessi dei capelli biondi. La polpa schiacciata delle castagne è un’ottima maschera emolliente e schiarente. Per schiarire le macchie della pelle si consiglia di fare una maschera facendo bollire le castagne e riducendole in poltiglia con del succo di limone. Alcuni detti popolari sostengono che le culle in legno di castagno facciano crescere i bambini forti e sani.
Per quanto riguarda l’utilizzo nella magia c’è da dire che le castagne con riccio sono decorazioni molto utilizzate sull’altare per la festa di Shamain. Il castagno protegge i viaggiatori: i rametti possono diventare degli ottimi talismani da appendere all’interno della macchina, oppure si può creare un incenso di protezione con le foglie e la corteccia essiccate.