Intervista a Marta Bonigolo, Presidentessa dell’Associazione Giro di Boa
Intervista a Marta Bonigolo, Presidentessa dell’Associazione Giro di Boa, associazione che aiuta le persone che hanno avuto problemi di obesità, pazienti e professionisti della salute uniti e testimoni attivi nella società civile. Tutto nasce proprio dall’amicizia di un gruppo di persone, pazienti, infermieri e medici, insieme per abbattere quel muro che divide dalla felicità, ma soprattutto per creare un amalgama unico, che faccia sentire tutti parte di un progetto: il benessere integrale delle persone.
L’intervista
- Buongiorno Marta,, può dirci quanto e in che modo il suo vissuto personale ha influito nella scelta di fondare un’associazione che si occupa di aiutare le persone che hanno gravi problemi di peso?
Ho affrontato il mio intervento di chirurgia bariatrica 4 anni fa, ma ho iniziato il percorso preparatorio qualche mese prima. Io e alcune altre pazienti, operate nello stesso periodo, abbiamo avuto la necessità di confrontarci e sostenerci. Solo chi affronta questa scelta difficile, che non è affatto una scorciatoia come molti pensano, può capire le paure, i dubbi che abbiamo, ma anche le gioie che piccoli obiettivi raggiunti ci offrono.
Giro di boa è nata per questo, come sostegno, supporto, confronto.
Le strutture ospedaliere, che per nostra fortuna in Veneto funzionano in maniera eccellente, hanno però dei tempi da rispettare nella gestione del paziente. Si riescono ad avere tutte le informazioni, che però devono essere applicate nel quotidiano. L’associazione vuole entrare in quel quotidiano per alcuni aspetti molto difficile.
- Da cosa deriva il nome “Giro di Boa”?
La boa è rotonda e un po’ richiama la nostra forma fisica di partenza, ma il vero Giro di Boa è il cambio di rotta che si fa. Per guarire dall’obesità, sia che si scelga un percorso puramente medico o l’intervento chirurgico, bisogna assolutamente affiancare un percorso psicologico su misura. L’obesità non è solo una questione di cibo; questo è una conseguenza a molti altri problemi che la malattia ci presenta. Giro di Boa è cambiamento: prendere prima di tutto coscienza del problema che abbiamo; iniziare a farsi seguire da un centro adatto; voler cambiare il nostro stile di vita.
- Può spiegarci, nel modo più semplice ed intuitivo possibile, in che cosa consiste un intervento di chirurgia bariatrica?
Gli interventi di chirurgia bariatrica sono più di uno ma si dividono in due categorie: restrittivi e malassorbitivi. Nei primi si riduce il volume dello stomaco per consentire un introito minore di cibo, e di conseguenza di calorie. Nei secondi è associata una componente malassorbitiva, cioè separare i cibi dai succhi digestivi per un tratto di intestino, che è il nostro organo assorbente, facendoli incontrare più a valle e di conseguenza avere una ridotta digestione e un ridotto assorbimento dei nutrienti.
La prima cosa importata da sottolineare è che non è il paziente a scegliere il tipo di intervento, ma l’equipe, dopo un’analisi completa della morfologia dello stomaco e dai risultati di un check up completo. La seconda cosa importante è che l’intervento è un aiuto ma non è la soluzione all’obesità. Chi pensa sia una scorciatoia si sbaglia, e chi pensa faccia miracoli senza doversi impegnare sbaglia ancor di più.
L’intervento è un aiuto, ma il lavoro di cambiamento lo dobbiamo fare solo noi.
Il cambio di rotta, il famoso giro di boa, va fatto sotto vari punti di vista: psicologico, nutrizionale e sportivo. Solo modificando tutto il nostro stile di vita potremo avere dei benefici, altrimenti pure l’intervento potrebbe rivelarsi una nuova sconfitta.
- L’ Istat ha presentato il rapporto del 2015 sui “Fattori di rischio per la salute: fumo, obesità, alcol e sedentarietà”. L’anno scorso il 45,1% della popolazione di 18 anni e oltre ha rivelato di avere problemi con la bilancia. Il 35,3% era in sovrappeso, il 9,8% obeso. Solo la metà degli italiani (Il 51,8%) ha un peso normale e il 3,0% è sottopeso. Perché secondo lei sovrappeso e obesità stanno diventando un’autentica piaga sociale? Dove si dovrebbe intervenire per limitare il fenomeno?
Nei vari congressi si parla di globesità, un’epidemia a tutti gli effetti. I dati da voi indicati rivelano un problema serio per gli adulti, ma non si fa accenno ai bambini e adolescenti. In questo caso i dati sono ancora più preoccupanti. Molti bambini sono già obesi, moltissimi sono in sovrappeso, e questo li porterà ad essere degli adulti obesi. L’educazione alimentare è fondamentale sin da piccoli. L’aiuto maggiore parte come sempre dalle famiglie, dando il buon esempio. Preferire attività sportiva (possibilmente all’aperto nella bella stagione) almeno due volte a settimana. Cercare di insegnare un’alimentazione sana. Purtroppo i ritmi della vita attuale ci hanno fatto perdere l’attenzione sul problema, trovandoci poi a riparare dei danni che a volte non sono recuperabili.
- Il Veneto, prima regione in Italia e in Europa, ha avviato un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) che si propone come modello di riferimento per la gestione completa e integrata della malattia. In quanto presidente di un’associazione che è nata proprio per garantire ai pazienti bariatrici questo tipo intervento, come commenta la notizia?
Abbiamo avuto il grande onore di essere stati presenti fin dalle prime riunioni di creazione della rete. Fra i fondatori di Giro di Boa, ci sono 9 medici dell’equipe Padovana, che hanno sempre sostenuto e creduto che le associazioni pazienti e una rete strutturata possano essere di grande aiuto alla sanità del paese. Il 24 giugno scorso è stata ufficialmente presentata la rete obesità veneta. Ora si inizia davvero a lavorare e mettere in pratica tutte le idee proposte in questi mesi di preparazione. Giro di Boa, ha promesso supporto e aiuto alle strutture venete affinché la rete possa funzionare al meglio.
- Sul sito dell’associazione, alla voce “Attività di Boa”-”Eventi e Incontri in corso”, compare la scritta WORK IN PROGRESS…cosa bolle in pentola? Può darci delle anticipazioni?
Le attività dell’associazione si dividono in due filoni: uno informativo e tecnico, l’altro ludico ricreativo. nel prossimo autunno/inverno e per la primavera prossima stiamo organizzando incontri informativi su tanti temi legati all’obesità (area nutrizionale, area psicologica, area sportiva, la plastica ricostruttiva post bariatrica e tutta la sfera pediatrica.) ci stiamo formando per poter avviare dei gruppi di mutuo aiuto che serviranno da angolo di confronto, dove far capire al paziente le varie tematiche da affrontare assieme all’intervento e direzionarlo eventualmente verso specialisti che lo possano aiutare in caso di bisogno. Cercheremo nel frattempo di pubblicizzare e compatibilmente agli impegni già in essere, confermare la nostra partecipazione alle tante attività che il nostro territorio offre, (anche questa è rete!) sia a livello informativo, che sportivo.
Fra le varie attività ludiche riproporremo per il terzo anno le cene delle province. Se il paziente non viene da Giro di Boa, noi associazione andiamo dal paziente! Questi momenti di relax davanti ad un piatto di cibo ha importanza per molti aspetti. Il cibo, nostro nemico, lo facciamo diventare un motivo per trovarci e trascorrere una serata piacevole… non è più il nostro motivo principale di uscita, ma un contorno a quella che sarà la serata fatta di chiacchiere e risate.
Molto spesso chi sta iniziando il percorso può verificare che i veterani riescono ad avere una vita sociale assolutamente normale, anche se le porzioni sono ridotte. Lo stesso dubbio lo hanno pure i compagni dei nostri pazienti. La cena è un motivo per rassicurare anche chi ci aiuta e sostiene a casa, non capendo però sempre i nuovi ritmi che abbiamo adottato.
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