In Oman esiste una zona franca a tempo in cui le donne sollevano il velo. Solo due ore, ogni sera, tranne il venerdì. Poi il buio inghiotte di nuovo queste cenerentole delle Mille e una notte.
Esiste un luogo del desiderio. Il maschio appaga un sogno legato al mistero femminile e le donne sembrano assecondarlo. Ma è solo una rapidissima visione che subito sfugge dagli occhi e dalla comprensione di tutti. Si apre e si chiude, dalle sette alle nove della sera. Rito pagano che il venerdì, sacro a Maometto, interrompe. Poi il gioco delle parti riprende.
Fatma, piccola, nascosta nel suo velo integrale, mi aspetta al tramonto all’ingresso del suq delle donne, nella magica Sur. Ho faticato a convincerla a fare questo breve viaggio insieme, ma alla fine ha ceduto alla mia curiosità occidentale. “È la sera, spiega, che le donne escono da sole”. Infatti, come misteriose e fugaci apparizioni, scivolano lungo i muri, sole o a gruppetti, s’infilano, complici tra loro e con la breve libertà, in negozi sfiziosi a scoprire finalmente occhi e sorrisi dai coprenti veli neri. Riempiono i negozi dorati, carichi di gemme e colori, accoglienti come propaggini delle loro dimore. E spesso uscendone, nella felicità fanciullesca di una libertà spesso troppo breve, scordano per un attimo di nascondersi. E il gesto di smarrimento e disappunto aumenta a dismisura il loro fascino. La grazia e la complicità dei gruppi ci raccontano il resto.
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