L’educazione ambientale arriva tra i banchi di scuola

Il Ministero dell’Ambiente italiano e il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) stanno lavorando ad un progetto comune per portare l’educazione ambientale all’interno dei programmi scolastici.

Gli studenti italiani dunque avranno la possibilità di approfondire temi legati ai cambiamenti climatici, all’inquinamento, alle risorse idriche, all’ecosostenibilità e ai comportamenti green. Peraltro non si tratta certo di una situazione inedita dato che in Francia l’educazione ambientale si impara a scuola già da anni.

In Italia se ne parla dal 2008, quando venne presentato un emendamento al decreto-rifiuti che proponeva di inserire l’educazione ambientale all’interno dei programmi scolastici, ma l’emendamento venne bocciato.

Nel 2014 poi l’idea era tornata sotto forma di proposta di legge presentata da un gruppo trasverslae di parlamentari presentata dall’On. Antimo Cesare di Scelta Civica. Ora il Ministero dell’Ambiente in collaborazione con il MIUR ha redatto un progetto che prevede l’inserimento obbligatorio dell’educazione ambientale nelle scuole a comuniciare dalla materna.

In alcune scuole italiane peraltro nel frattempo è già partita una sperimentazione con alcuni corsi dedicati all’educazione ambientale.

La nuova materia dovrebbe essere aticolata in dieci aree strutturate, partendo dai rifiuti fino alla biodiversità. L’idea di base è quella di coinvolgere anche altre materie, come ad esempio geografia o scienze, per rendere l’educazione ambientale un insegnamento trasversale.

Tutta l’operazione infatti ha come obiettivo quello di insegnare ai bambini a costruire un rapporto corretto e consapevole nei confronti dell’ambiente in cui vivono, e non semplicemente quello di insegnare loro una serie di dati e nozioni.

L’educazione ambientale nelle scuole dovrebbe essere presentata ufficialmente entro la fine da gennaio, in modo da poter preparare poi un progetto da inserire in maniera organica all’interno di EXPO2015, che peraltro prevede già una serie di corsi di formazione per i docenti in termini di biodiversità, economia, sprechi alimentari, dissesto idrogeologico e tutela del paesaggio. 

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