Sta nascendo una nuova economia dalla ceneri del capitalismo. A sostenerlo Jeremy Rifkin, consulente politico e scrittore.
Jeremy Rifkin, consulente politico e scrittore, ha parlato sulle pagine del Guardian di una nuova economia che sta nascendo sulle ceneri del capitalismo, sistema ormai prossimo alla morte (trovate l’articolo completo sul sito del Guardian).
Una riflessione fortemente provocatoria che parta dal presupposto che la moderna economia ha abbassato i costi di produzione al punto che il vecchio sistema basato sull’integrazione verticale è ormai prossimo alla morte.
Ecco le parole di Rifkin: “Nessuno nella sua più fervida immaginazione, inclusi gli economisti e gli uomini d’affari, avrebbe mai immaginato la possibilità di una rivoluzione tecnologica tanto radicale nella sua produttività da ridurre il costo marginale quasi allo zero, rendendo i prodotti praticamente gratuiti, abbondanti e non più legati alle logiche di mercato”.
Un nuovo modello economico
Rifkin continua parlando di una nuova economia, un sistema rivoluzionario che si nutre letteralmente di innovazione: “Si tratta del primo nuovo modello economico dall’avvento del capitalismo e del socialismo nel XIX secolo, quindi si tratterà di un evento di rilievo storico che rivoluzionerà il nostro stile di vita negli anni a venire. Già esiste, semplicemente non lo abbiamo ancora inquadrato”.
Rifkin continua poi analizzando in maniera particolare le grandi innovazioni che riguardano il settore energetico, naturalmente concentrando la sua attenzione sui nuovo modi di produrre energia in maniera sostenibile: “Puoi produrre in casa la tua energia verde e poi, attraverso la rete di contatti a cui si accede tramite internet, programmare le tue app in modo da rivendere l’energia in eccesso a chi ne ha bisogno. Non si tratta esclusivamente di ragionamenti a livello teorico. Tutto ciò è appena cominciato”.
Una nuova economia basata sulle persone e non più sulle aziende che dovranno sempre più diventare fornitori di servizi e non creatori di prodotti.
Rifkin ha portato l’esempio dell‘E.ON, società tedesca attiva nel settore energetico che si sta convertendo in società di servizi proprio perché si è resa conto che il vecchio modello verticale e centralizzato sta morendo.
Le persone al centro
Le persone al centro dunque, le persone e le loro scelte. Proprio per questo Rifkin è convinto che il cosiddetto terzo settore, il no-profit, colmerà il gap lasciato dalla sparizione delle vecchie aziende: “C’è un’istituzione nelle nostre vite su cui noi tutti facciamo affidamento ogni giorno, che ci fornisce ogni tipo di beni e servizi e che non ha niente a che fare con il prodotto o con programmi assistenziali del governo, senza la quale noi non potremmo vivere. Si tratta dei beni comuni. Ci sono milioni di organizzazioni che forniscono assistenza sanitaria, istruzione, aiuto ai poveri, cultura, arte, sport, svaghi e così via. Questo non viene preso in considerazione dagli economisti perché crea capitale sociale che, pur essendo essenziale, non crea utili sul mercato. Ma come produttore di ricchezza è enorme e la cosa interessante è che sta crescendo più velocemente del Pil nel privato”.
Noi di Greenpink diversi mesi fa abbiamo lanciato Compra il Mondo in cui Credi convinti di poter diventare una parte importante del cambiamento, e quindi non possiamo che sottoscrivere le affermazioni di Rifkin.
Oggi tutti noi ci rendiamo conto sempre di più che il cambiamento è in atto e noi possiamo soltanto accelerarlo, perché tutti noi siamo stufi di essere semplici consumatori, vogliamo diventare sostenitori attivi. Sostenitori attivi delle nostre idee, del mondo in cui crediamo.