Hanno una manciata di anni a testa. Dai 18 ai 20. E sono donne. Dalle spiccate doti di leadership. Su queste basi sono state selezionate dalla Ong canadese che organizza ogni anno il G(irls)20 Summit, un’occasione per giovani donne di tutto il mondo per dare indicazioni precise, ai giganti del Pianeta che si ritrovano nel G20, su come cambiare il mondo in maniera sostenibile, partendo dalle donne. Una grande innovazione dal basso, per cambiare modelli e comportamenti, quella proposta dalle 21 delegate.
21 volti e 21 lingue differenti. Un’unica grande mission: cambiare il mondo partendo dalle donne, considerate volano dell’innovazione sostenibile e socialmente responsabile. Il G(irls)20 Summit si ripropone di investire nelle “delegate” dei Paesi che contano, in maniera da incoraggiarle a ritornare a “casa”, a manifestazione conclusa, portando i frutti dell’esperienza maturata a contatto con le compagne d’avventura. E per stimolarle ad essere, in prima persona, la molla attiva del cambiamento. Come Leah Stuart-Sheppard, delegata del Canada nel 2010, che dopo il summit ha lavorato per CMETrust, un’organizzazione che promuove l’istruzione in Kenya, fornendo borse di studio per la scuola secondaria; o come Thais Moraes, delegata del Brasile (2010), che ha continuato a focalizzare le proprie ricerche universitarie sulla condizione delle donne ed ora collabora per due giornali che si occupano di diritti umani ed uguaglianza di genere: Mondiale Pulse e Global Press Institute; o ancora Priyanka Roychoudhury, delegata indiana nel 2012, impegnata in varie ong, ambasciatrice per il suo college per Care India, associazione che offre assistenza alle donne di tutta l’India, aiutandole ad uscire dalle condizioni di povertà estrema in cui versano. Ma di storie come queste ce ne sono tante, tutte entusiasmanti.