Un Pil più alto, maggiore efficienza aziendale, più servizi a bambini e anziani, maggiore sviluppo di un’economia verde, rispettosa del pianeta e delle persone: è quello che accadrebbe se più donne nel nostro Paese occupassero ruoli chiave del mercato del lavoro, in particolare nei settori legati alla green economy. Non solo: una maggiore presenza delle donne in ruoli strategici delle aziende sarebbe, in pratica, la chiave per uscire dalla crisi.
Se ne è discusso il 24 giugno a Roma durante il convegno organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, dal titolo “Donne e green economy. La social innovation per cambiare la città”, in cui sono stati presentati diversi dati.
Secondo la prima edizione dell’Environmental and Gender Intex dell’Unione per la conservazione della natura, pubblicato nel 2013, nei sedici paesi Ocse l’Italia è ultima per coinvolgimento delle donne nel settore ambientale. Mentre per il Global Gender Gap Report del 2012 del World Economic Forum, che analizza il divario di genere a livello internazionale, occupiamo la posizione numero 80 su tutti i Paesi del mondo.
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