Apple Vs Europa: tasse, piccole menti, aridi cuori.
La sfida tra la cosiddetta Europa e le multinazionali questa volta coinvolge Apple. E quindi fa notizia. Non è la prima volta, non sarà l’ultima. A dare retta alle difficilmente verificabili informazioni che circolano noto due diversi atteggiamenti. Che ritengo entrambi sbagliati, meschini. Piccoli.
Da un lato la burocrazia dello Stato che non c’è, l’Europa appunto, con argomenti fragili, inconsistenti, roba da azzeccagarbugli di respiro internazionale. Ogni Stato in Europa ha le sue leggi, ed esistono le leggi e gli accordi tra gli Stati per quanto riguarda la norma fiscale. Sia all’interno dell’Unione Europea, sia con gli Stati Uniti. Abbastanza prevedibile che tutte le aziende con interessi multinazionali le sfruttino quanto possibile, se non oltre, per pagare meno tasse.
Dall’altro una azienda che ha cambiato il corso della Storia della tecnologia e del costume, con guadagni stratosferici anche perché abile in questi sotterfugi internazionali, che produce dove i diritti dei lavoratori non sono tutelati perché il costo di un iPad o di iPhone costruito negli Stati Uniti o in Europa leviterebbe di circa dieci volte.
Quindi in estrema sintesi da una parte uno sterile “giustizialismo” para-pubblico sommato alla prosopopea del cattedratico censore, dall’altro l’orco cattivo capitalista che sfrutta i poveri e si beffa dei ricchi non pagando le tasse.
Multa! Gigantesca sanzione. Avvocati (fortunati). Non serve a nulla, non ristabilisce la giustizia, non tiene conto degli interessi veri delle persone e non protegge il futuro. Da una parte gente che guadagna oltre il limite della decenza (se pur esiste), dall’altra ciechi passacarte che non riflettono sulle conseguenze delle loro inani questioni di principio. Per chi legge i quotidiani e cerca di essere informato sul mondo in cui vive, più o meno tutto normale. Cinismo standard.
Personalmente mi fa infuriare.
Perché non posso fare a meno di pensare che questa sarebbe l’ennesima occasione di fare qualcosa di buono, intelligente, lungimirante. Invece di fare danni, non portare reale beneficio alle persone e al mondo, e incrostare la Storia dell’umanità con ulteriore sporcizia intellettuale e morale.
L’Europa riflettesse sulla opportunità di una aliquota fiscale e di un fisco unico. Competitivo, interessante, equo. Invece di dare multe ai colossi dell’economia la politica potrebbe (dovrebbe!) guidarli verso una maggiore consapevolezza dell’essere in quanto creatori di posti di lavoro e di beni, patrimonio comune. Uno Stato (una Unione di Stati) serio incentiva l’equità, premia l’impresa, interviene il meno possibile se non per creare un ambiente sano dove le forze dei singoli e della comunità possano esprimersi al loro meglio, creando benefici economici, culturali e sociali per tutti.
Domanda per il “commissario europeo alla concorrenza” Margaret Verstager: ma se mai Apple dovesse pagare la super multa, quali crede saranno le tasche “finali” del prelievo? Quello di Tim Cook?
E poi diciamo una cosa seria: cosa diavolo è un “commissario europeo alla concorrenza”? La semplice esistenza di un ruolo simile, l’eventuale “necessità” di una carica di questo tipo è essa stessa denuncia del fatto che qualcosa di profondo non va. Che non funziona.
Apple dal canto suo si facesse un esame di coscienza su standard di produzione, impiego di forza lavoro in Asia, reali aliquote pagate o da pagarsi. L’affermazione dell’italianissimo CFO di Apple Mr Luca Maestri “siamo il più grande contribuente del mondo” non attacca. O meglio non basta. Bene, congratulazioni. Pagate quanto dovuto dalle leggi attuali o no? Se la risposta è che la legge è interpretabile, allora di nuovo fermiamoci a pensare. Se la legge non è chiara, va cambiata e resa più snella e certa.
A nessuno è venuto in mente che nel monte di beneficienza che sicuramente Apple fa, oltre magari a qualche eventuale mazzetta/lobby/Xmas present dove “necessario”, qualche dollaro poteva essere speso per prevenire situazioni del genere facendo insieme l’interesse di Apple e dei mercati europei (e quindi delle persone)?
Nel grande come nel piccolo sono lungimiranza, volontà e intelligenza che ci vengono troppo spesso a mancare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Sulla meravigliosa pallina di terra ed acqua sulla quale viviamo non esistono problemi locali. Tutto è globale. Una cazzata da 13 miliardi di euro la paghiamo tutti, e per come stanno le cose, più uno è povero e più salato sarà il suo conto.
Caro Tim, egregio Dott. Maestri, Signora Verstager. E quanti altri col potere di dire una parola che abbia un minimo di peso, per favore: lungimiranza. Intelligenza.
Un po’ di consapevole senso di appartenenza all’umanità universale, inoltre, non guasterebbe.