Le anticipazioni sul rapporto che l ’Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change), la task force scientifica dell’Onu che ha vinto il Nobel per la pace, renderà pubblico soltanto venerdì prossimo, non sono certo positive.
Il testo finale, frutto di un lavoro di 6 anni per più di 200 scienziati che hanno collaborato con un team di oltre 1.500 esperti, è articolato in più di 2mila pagine e prevede quattro diversi scenari possibili per la fine di questo secolo. Per il più positivo i mari saranno più alti di 24 centimetri e la temperatura aumenterà di un grado rispetto al periodo 1986 – 2005, mentre per il più negativo mari saranno più alti di 62 centimetri, la temperatura sarà più alta di 3,7 gradi rispetto al periodo 1986 – 2005
Gli esperti dicono che possiamo ancora salvarci, iniziando quindi il percorso che ci porterà allo scenario migliore, ma per farlo dovremo restare entro fine secolo sotto il tetto delle 421 parti per milione di CO2. Perchè ciò sia possibile però dobbiamo agire subito, entro i prossimi 10 anni, altrimenti sarà troppo tardi.
Sarà indispensabile ridurre drasticamente l’uso di combustibili fossili e bloccare la deforestazione. Ma non servono più le parole, ci vogliono i fatti.
Ecco la testimonianza riportata da Repubblica di Riccardo Valentini, uno dei coordinatori europei degli scienziati Ipcc:
Per la prima volta ci è stato chiesto di esaminare l’ipotesi di un aumento compreso tra i 4 e i 6 gradi, quello verso cui attualmente stiamo andando. In questo caso l’impatto sulla vita del pianeta sarebbe pesantissimo: i biologi ormai parlano di sesta estinzione di massa.
Possiamo ancora salvarci e per farlo dobbiamo agire subito, tutti, impegnandoci anche nelle piccole azioni quotidiane, ma non basta, anche i governi dovranno decidersi a dare una svolta alle loro politiche energetiche.