Donne formose in passerella a New York
Donne formose in passerella a New York: per la settimana della moda sfilano donne felicemente in sovrappeso.
Insieme alla settimana della moda di Milano e di Parigi la Fashon Week di New York è uno degli appuntamenti top della stagione della moda. Tra le tre la fashon week di NY è senza dubbio sempre stata la più alternativa, quella più d’avanguardia, anche per compensare il gap con Milano e Parigi che rappresentano il gotha assoluto della moda e del fashon.
Proprio per qusto motivo a New York spesso i giovani stilisti fanno la parte del leone, cosa molto più difficile a Milano e a Parigi per ovvi motivi. Quest’anno Zana Bayne ad esempio ha fatto sfilare in passerella un neonato (naturalmente era in braccio a una modella) per simboleggiare la purezza e l’assoluta semplicità.
Ma l’edizione di questanno della fashon week newyorkese resterà negli annali per un altro motivo, e cioè per la presenza in passerella di donne formose. La verà novità non sta tanto nell’aver fatto sfilare donne con qualche chilo in più rispetto alle solite mannequin, quello era già successo anche su altre passerelle, ma l’aver scelto di mischiare in maniera perfettamente naturale donne di tutte le taglie.
In questo modo dunque si vuole comunicare il messaggio che non ci sono differenze di taglie, che non c’è bisogno di creare “un’area protetta” per le donne con qualche chilo in più.
Un’idea senza dubbio vincente quella della stilista Becca McCharen che per presentare la sua collezione Chromat SS15 Formula 15 ha voluto creare un contrasto tra l’estrema complessità delle sue creazioni e l’assoluta semplicità delle sue modelle, donne comuni e, proprio per questo, bellissime.
Sulla passerella di New York sono sfilate dunque modelle cicciottelle, oversize, donne con la cellulite e le smagliature, ma anche donne magre, donne atletiche… donne normalissime come tutte noi, con qualche chilo in più o in meno, senza nessun patema.
Tutte le modelle hanno indossato gli stessi abiti, naturalmente di taglie diverse, per dimostrare che la moda e la bellezza sono un linguaggio universale. Il bello della perfezione sta dunque proprio nell’imperfezione, quel piccolo e personalissimo particolare che rende unica ognuna di noi.