La Barbie è da sempre l’esempio della perfezione: bellissima, biondissima, magrissima, con un sorriso smagliante e con forme perfette. Si può dire che sia il giocattolo (o il feticcio) che più ogni altro incarni l’essenza stessa dell’ideale di bellezza femminile che la civiltà occidientale ha prodotto nel secolo scorso.
Negli anni naturalmente la Barbie è cambiata molto, seguendo tutte le possibili evoluzioni delle mode e del politically correct: la barbie afroamericana, indiana, orientale, con i capelli corti, lunghi… è stata prodotta anche una Barbie in sedia a rotelle. Si trattava di modelli particolari che non hanno mai incontrato grandi risposte del mercato, alla fine il modello di riferimento per tutte le bambine del mondo restava la cosiddetta “Barbie classica”.
Ora però qualcosa è cambiato dato che il designer statunitense Nckolay Lamn ha prodotto un Barbie rivoluzionaria nella sua incredibile normalità, la “Lammily Doll”. Si tratta di una Barbie con qualche chilo in più rispetto alla magrissima Barbie che tutti conosciamo, ma che ha perfino le smagliature, la cellulite e i brufoli. L’idea geniale di Lamn infatti è stata quella di produrre un vero e proprio kit di “difetti” adesivi che possono essere applicati alla Barbie.
In più la Barbie ideata dall’artista statunitense è cicciottella, non è altissime e non ha curve mozzafiato. Un vero e proprio trionfo della normalità in un mondo in cui sembra sempre più impossibile essere normali.
Prodotta in soli 22mila pezzi la Barbie normale è andata letteralmente esaurita (la Lammily Doll costa 24,99 dollari, il kit di adesivi con i vari difetti invece costa 5,99 dollari), tanto che Nickolay Lamn ha dichiarto che “sto già lavorando al Ken con la pancetta”. Un risultato strepitoso, soprattutto se si pensa che per produrre i primi esemplari Lamn ha utilizzato una piattaforma di crowdfunding che gli ha permesso di raccogliere una cifra molto superiore a quanto si aspettasse, addirittura 501.000 dollari in pochi mesi.