Infuso
Si versa l’acqua bollente sulla droga*, si lascia macerare per 5-10 minuti e poi si filtra.
Decotto
La droga va fatta bollire in acqua per 10-15 minuti, poi si filtra. Si usa questo metodo per droghe molto coriacee (radici, cortecce, semi). Le dosi sono per entrambe le preparazioni di 2-5% di droga rispetto all’acqua.
Macerato
Questo metodo si usa per piante ricche di mucillagini come la malva, l’altea, il lino, la piantaggine, il lichene. La droga ben sminuzzata, viene messa in acqua a temperatura ambiente, mescolando periodicamente, per 8-10 ore. Il macerato va poi fatto bollire, prima di utilizzarlo. Tisana E’ una miscela di almeno due piante che può essere preparata come infuso o decotto, a seconda della composizione.
Impacco
Questo tipo di utilizzo per applicazioni locali, delle piante proviene dalle tradizioni più semplici e contadine e può essere paragonato ad un cerotto medicato, naturale. L’impacco consiste nell’applicazione diretta di un vegetale (ad es. la foglia di cavolo) per un tempo prolungato, da qualche ora a tutta la notte. Le foglie vanno prima mondate e contuse fino alla fuoriuscita dei liquidi. Oppure si può applicare una pezzuola imbevuta (compressa) dell’estratto di una pianta medicinale come decotto infuso o tintura. Per gli ematomi e le contusioni, può essere utile applicare Arnica in TM, diluita in acqua. Se invece ci sono ferite ed abrasioni, si usa la Calendula TM come cicatrizzante.
Impiastro
L’impiastro o cataplasma è l’applicazione di un preparato pastoso direttamente sulla pelle o tramite l’interposizione di una garza. Si può usare la farina di lino stemperata in acqua calda, per calmare la tosse, l’argilla per avere un’azione assorbente.
Tintura madre
La Tintura madre, si ottiene macerando in acqua e alcool per 21 giorni, la pianta fresca. La parola Tintura si riferisce al fatto che il prodotto che si ottiene è colorato e Madre sta ad indicare che il prodotto è il punto di partenza per la preparazione dei rimedi omeopatici, attraverso varie diluizioni. La pianta deve essere stata coltivata in un habitat naturale, senza uso di prodotti chimici e raccolta nel rispetto del tempo balsamico, cioè il momento in cui presenta il maggior contenuto in principi attivi. L’impiego della pianta fresca permette di estrarre il fitocomplesso, cioè un insieme di sostanze, che modulano l’attività del principio attivo, frenando gli effetti indesiderati e stimolando utili sinergismi. Il grado alcolico è di 45-65°C.
Gemmoderivato
Il gemmoderivato è di recente utilizzo. Il medico belga Pol Henry, negli anni “50, ne è stato il primo sperimentatore, basandosi sull’intuizione che le gemme che si sviluppano in primavera, la stagione del risveglio e della rinascita, contengono sostanze con caratteristiche particolari e diverse rispetto alla pianta adulta. Usare le gemme equivale ad usare l’energia delle piante nella loro massima espresione vitale. I gemmoderivati sono ricchi infatti, di vitamine, ormoni, proteine necessari allo sviluppo della pianta. Si ottengono macerando germogli, gemme, radichette, semi in una miscela di acqua e alcool per tre settimane. Una parte della Tintura Madre gliceroalcolica ottenuta, si diluisce con 9 parti di una miscela idrogliceroalcolica per avere il prodotto finale. La dicitura 1DH (deciamale) dei gemmoderivati che si trovano in farmacia, indica la diluizione. L’azione principale è quella di drenaggio e depurazione.
*per droga, si intende la parte della pianta officinale, più ricca di principi attivi
Dr.ssa Nicol Stefani, farmacista, cosmetologa, operatrice con i fiori di Bach e studentessa di naturopatia. Lavora presso la FARMACIA SANTROVASO