Intervista a Sandra Callegarin, ideatrice di RUN FOR IOV

Intervista a Sandra Callegarin, ideatrice di RUN FOR IOV

Intervista a Sandra Callegarin, ideatrice di RUN 4 IOV, progetto che porterà 12 donne che hanno sconfitto il cancro al seno alla maratona di New York.

Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato del progetto RUN FOR IOV che porterà alla maratona di New York un gruppo di donne che hanno sconfitto il tumore al seno. Un grande messaggio di speranza per chi sta vivendo una fase così delicata della propria vita, una testimonianza concreta di un gruppo di donne fantastiche che hanno vinto la loro personalissima sfida con la malattia.

A pochi giorni dalla maratona di New York abbiamo fatto due chiacchiere proprio con Sandra Callegarin, ideatrice e promotrice di tutto il progetto, per conoscere meglio RUN FOR IOV.

L’intervista

  • Cara Sandra, la sua è una di quelle storie che fanno commuovere e allo stesso tempo hanno il merito di infondere coraggio e forza d’animo, in primis a coloro che stanno combattendo la malattia, ma anche a chi ha la fortuna di non dover attraversare un periodo così buio. Ha voglia di raccontarci brevemente com’è andata?

Questa “avventura” è nata dopo che due anni fa, nel 2014, sono piombate nella mia vita, fortunatamente insieme, due inaspettate sorprese: LA CORSA e IL CANCRO! Ho scoperto di avere un tumore al seno nel giugno 2014, da allora due interventi, sei cicli di chemioterapia, la terapia ormonale, tuttora in corso e poi la ricostruzione a giugno 2015. Poco prima della scoperta avevo iniziato a correre e correre è stato il mio “gancio nel cielo”.

Insieme all’enorme sostegno degli affetti (oltre a mio marito, alle mie due figlie e a tutta la mia famiglia, un vero e proprio battaglione di amici agguerriti quanto me!)  LA CORSA mi ha fatto scoprire dentro di me forze ed energie per combattere che non pensavo di avere. Correndo mi sono sempre sentita e mi sento più forte, in grado di affrontare qualunque cosa.

Quando nel novembre 2014, in piena chemioterapia, armata di parrucca e mascherina, accompagnai mio marito Michele a New York a correre (lui) la maratona, vidi cos’era la maratona, quanti correvano per qualcosa, per qualcuno, per una causa, insomma una corsa per la vita e lì decisi: il cancro non mi avrebbe impedito di tornare con le mie scarpe da corsa ai piedi, l’avrei corsa anch’io la maratona di New York!

Al ritorno mi dissi che sì, avrei potuto dedicarmi a realizzare il sogno di correre la mia maratona di New York, con mio marito i miei amici, ma sarebbe finita lì con me, così pensai che poteva diventare l’occasione per lanciare un messaggio forte che potesse essere di supporto, di incoraggiamento per chi stava magari affrontando l’inizio della sua maratona contro il tumore; come la corsa aveva incoraggiato me, poteva di riflesso farlo anche con altre. E perché non provare a fare del progetto anche un’occasione per promuovere l’ eccellenza in campo sanitario e sostenere le ricerche dello I.O.V. Istituto Oncologico Veneto l’istituto che tanto stava facendo per me con eccezionale professionalità e umanità?

Così ho fondato con mio marito Michele (il mio “Arcangelo personale”) Run Your Life Again RYLA Onlus e con il patrocinio e supporto dell’Istituto Oncologico Veneto IOV è stata selezionata una squadra composta da 12 donne colpite dal tumore al seno – Susanna 30 anni, Martina 38 anni, Paola 63 anni, Ornella 53 anni, Alessandra 34 anni, Sabrina 44 anni, Patrizia 43 anni, Alberta 49 anni, Daniela 50 anni, Caroline 49 anni, Donatella 53 anni – due chirurghe senologhe della Breast Unit dello IOV dott.sse Silvia Michieletto e Tania Saibene, la dott.ssa Stefania Zovato endocrinologa responsabile dell’ U.O. Tumori Ereditari dello IOV e la dott.ssa Samantha Serpentini, psiconcologa della Breast Unit dello IOV. Insieme correremo tra pochi giorni il 6 novembre 2016 la maratona di New York in nome e per L’Istituto Oncologico Veneto.

Tutto ciò allo scopo di raccogliere fondi per la ricerca sul cancro al seno, di sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce per combattere il cancro, ma anche di dimostrare che non solo di tumore al seno si guarisce, ma che è anche possibile, una volta concluse le terapie, riprendere a correre la propria vita e addirittura correre la più ambita maratona del mondo! Questa è “RUN FOR IOV”!

  • Recentemente ha affermato: “La corsa mi ha fatto scoprire dentro di me forze ed energie per combattere che non pensavo di avere”. Non crede che anche la stessa sfida della malattia abbia contribuito a far emergere la grinta che la contraddistingue?

Sicuramente prima di ammalarmi mai avrei immaginato di poter reagire così. Per natura sarei un po’ ipocondriaca e ansiosa e avevo sempre avuto quell’atteggiamento nei confronti del cancro che credo sia abbastanza comune, del tipo “ non me ne parlare che non so se mi capitasse…..!”

In realtà, paradossalmente, ne ho meno paura adesso, non perché voglia sminuirne la gravità, i ricordi sono indelebili e sono comunque ancora a “lavori in corso”; non perché mi senta sicuramente guarita (il mio periodo di osservazione è ancora lungo e nessuno può garantirti nulla), ma perché ho capito che la malattia non è necessariamente sinonimo di fine della vita. Io pensavo che di fronte ad una malattia come il cancro, anche nella migliore delle ipotesi di riuscire a sopravvivere, avrei “smesso di vivere” comunque, annientata dalla paura, dall’ansia, avrei vissuto nell’attesa di poter morire, in un susseguirsi di attese tra un controllo e l’altro. Invece ho scoperto che non è così.

Certo il rischio di caderci è grande, ma ho scoperto che forse lo spirito di sopravvivenza tira fuori da te stessa energie per reagire che non avresti pensato di avere; la malattia per me si è rivelata anche una grande opportunità (e anche le mie compagne runners dicono di sé lo stesso), perché è un momento di grande “rendiconto” della tua vita, ti fa capire quali sono le cose veramente importanti, ti fa aprire gli occhi su tutto ciò che hai e smettere di lamentarti per cose inconsistenti. Ti fa prendere la tua vita in mano con vigore, entusiasmo, sete di assaporarne ogni istante, ogni sfumatura. Le tue giornate diventano ricche e lunghissime perché smetti di lasciarti vivere, decidi tu e “basta rinviare” LA VITA È ADESSO! Il progetto Run For IOV è nato proprio da questa “nuova vita”!

In un certo senso la corsa è stato carburante in questo meccanismo di reazione, perché mi ha dato la sensazione di riprendere il controllo del mio corpo, quello stesso corpo che mi stava giocando un tiro mancino! Mi faceva sentire in grado di affrontare e superare quello che stava accadendo, proprio come una maratona, passo dopo passo, km dopo km, fatica, scoramento, ma stringendo i denti sempre avanti verso il traguardo!

  • Tra pochi giorin lei e altre 12 donne, o meglio, guerriere che hanno sconfitto il cancro al seno parteciperete alla maratona di NY prevista per il prossimo 6 novembre. Come vi siete preparate a questo importante evento?

La squadra è stata allenata, a titolo completamente gratuito, dall’associazione sportiva Spak4 Padova che ha messo a nostra disposiione i suoi due allenatori Stefano Zanellato ed Antonino Calabrò.

Ci siamo allenate tre volte a settimana, una volta tutte insieme in campo sportivo con gli allenatori, e altre due volte in autonomia o organizzandoci a gruppetti, in base a tabelle personalizzate predisposte per ciascuna dagli allenatori. Abbiamo poi partecipato a gare competitive e non di 5, 10, 21 km, tra le quali la mezza maratona di Padova ad aprile fino ad arrivare ai fantomatici “lunghi” ben noti ai runners; quegli allenamenti cioè che abituano alla distanza. E così senza fermarci nemmeno durante le vacanze nel periodo estivo abbiamo scalato da 21 a 25 a 28 fino ad arrivare a 32 km. Adesso il prossimo step saranno i 42,195 km della Maratona di New York.

  • In più occasioni ha definito l’Istituto Oncologico Veneto di Padova come il suo “angelo custode”. Non a caso tre dottoresse dello IOV che l’hanno seguita durante tutto il percorso di cura la accompagneranno nell’avventura newyorkese di cui lei stessa è promotrice. Ripensando al suo vissuto, quanto può aiutare sapere di affidare la propria vita nelle mani di professionisti che lavorano in un centro d’eccellenza nazionale come lo IOV?

Poter contare su una struttura come l’Istituto Oncologico Veneto è stato fondamentale. Non è un caso se, non solo io, ma tutte le mie compagne, definiamo lo IOV il nostro “angelo custode”, un po’ una seconda casa, perché tutte ci siamo sentite al sicuro, pur nella situazione di massima incertezza che caratterizzava quei momenti. Abbiamo sentito di poterci “affidare” con la sensazione di essere nelle mani migliori.

Diciamo sempre tutte che lo IOV non solo ci ha “curate” ma si è “preso cura” di noi che è decisamente di più! Lo IOV essendo un Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico è anche in prima linea nella ricerca e in grado di offrire quanto di più all’avanguardia ci sia in termini di cure oncologiche ed è quindi fondamentale promuoverne la conoscenza. È un privilegio averlo qui a casa nostra!

Io mi sentivo e mi sento un debito di riconoscenza per ciò che ho ricevuto e questo progetto in fondo è anche un modo per restituire un po’ di tutto questo!

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